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2 giugno, Landriscina risponde piccato ai consiglieri: "Informatevi, non è il Comune a decidere come celebrare le feste nazionali"

Dopo gli sfoghi di alcuni consiglieri comunali, ha preso la parola il sindaco Mario Landriscina.

2 giugno, Landriscina risponde piccato ai consiglieri: "Informatevi, non è il Comune a decidere come celebrare le feste nazionali"
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Le celebrazioni del 2 giugno a Como hanno scaldato gli animi della politica. Non è stato l'unico il consigliere del Pd Stefano Fanetti a chiedere spiegazioni al sindaco Mario Landriscina sulla scelta di concedere piazza Cavour ai manifestanti del centrodestra e di celebrare con le istituzioni riservatamente. Richieste di chiarimenti sono arrivate anche da Bruno Magatti del gruppo Civitas e da Fulvio Anzaldo della lista Rapinese Sindaco. Al termine delle comunicazioni preliminari ha quindi deciso di prendere la parola il primo cittadino.

2 giugno, Landriscina risponde piccato ai consiglieri

Ecco l'intervento del sindaco Mario Landriscina.

"Registro con sincero stupore la reprimenda che mi è stata portata in merito alle modalità di celebrazione del 2 giugno. Perché con sincero stupore, perché penso sia una deduzione anche solo ragionativa per i non addetti ai lavori, cogliere il fatto che la festa nazionale si declina secondo le indicazioni che arrivano dallo Stato centrale alle autorità provinciali, quindi alla nostra Prefettura e al nostro Prefetto, il quale da sempre sottoscrive insieme al sindaco come padrone di casa, mettiamola così dandomi delle arie, un invito che viene mediamente da sempre esteso a quanti sapete.

Ritengo che con un esercizio mentale non difficilissimo che si possa fare delle domande sulle modalità che hanno condotto a questa esecrabilissima situazione annunciando che evidentemente, avendo personalmente condiviso con il Prefetto il profilo adottato che ha portato anche al misunderstanding sull'informazione alla stampa, qualcuno si è sentito offeso, mi dispiace, rifletterò se portare le esternazioni dei consiglieri comunali offesi a livello nazionale ma signori, pensate ci sia del dolo in tutto questo? Il profilo per questa celebrazione è stato individuato di comune accordo con l'autorità rappresentativa dello Stato, non vedo nulla di cui scandalizzarsi. Per il resto questo tipo di atteggiamento e profilo è stato di comune accordo sempre declinato in questi mesi in modo che ci sia un messaggio che sia in linea con alcuni profili che vi sono ampiamente noti.

Sgombriamo il fatto che ci siano delle volontà: ero presente io, per i sindaci, il presidente della provincia mediante un suo rappresentante ed esclusivamente i corpi dello Stato. Non c'era una studiata volontà lesiva di quanti in questa aula si sono sentiti in maniera pruriginosa  offesi da questa cosa. Io per regola non mi sottraggo mai alle celebrazioni di livello nazionale. Il 25 aprile non è stato possibile fare la manifestazione prevista e con gli organizzatori mi sono reso disponibile per un discorso che è stato registrato e riprodotto. Non sono avvezzo a nascondermi dietro le pagliuzze ma nemmeno a prendere reprimende quando non è il caso.

E' bene quindi, se non foste informati di quale catena di comando e controllo discendono alcune opportune secondo me, e ho condiviso le strategie per la giornata di ieri (2 giugno, Ndr), sono un po' stupito e amareggiato. Perché pensare che ci sia lo zampino del sindaco con un retro pensiero, coglie l'occasione di non invitare gli assessori comunali. E allora che dire degli altri sindaci o degli altri assessori della provincia. Non è stata fatta neppure la cerimonia per insignire di alcune importanti onorificenze dei nostri cittadini.

Per quel che riguarda la manifestazione di ieri mattina (facendo riferimento a quella di Lega e Fratelli d'Italia, Ndr): tutte le manifestazioni devono essere valutate dal Comitato dell'ordine pubblico e della sicurezza. Non è il Comune a decidere, esso concede solo gli spazi e che li concede a chiunque. Anche in questo caso le questioni sono matematiche nella loro presa in carico".

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