Fase 2, Orsenigo (Pd) attacca: "Sui test sierologici Regione costringe i Comuni a fare da sé"
Il consigliere regionale comasco denuncia i ritardi di Regione e ricorda: "Devono essere un diritto con il Sistema Sanitario Nazionale".
Fase 2 iniziata. E proprio sull'organizzazione di questo delicato momento il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo va all'attacco della giunta di Attilio Fontana.
Fase 2, Orsenigo (Pd) attacca: "Devo essere fatti tramite il SSN"
“Regione Lombardia non lasci soli i propri cittadini durante la Fase 2. Dia indicazioni chiare sui test sierologici e ne permetta l’erogazione tramite il sistema sanitario pubblico. Per una ripresa sicura e per la salute di tutti, 'test' dovrebbe essere la parola d'ordine. Eppure, ancora una volta, Regione Lombardia è assente e in ritardo” commenta il consigliere Dem comasco.
“Da giorni Regione ha annunciato l’arrivo di una delibera che regoli i test sierologici. Ma questa tarda ad arrivare. Nel frattempo comuni e aziende nella Provincia di Como sono stati costretti a “fare da sé”, rivolgendosi a laboratori privati per testare i propri dipendenti e cittadini” continua il consigliere.
Il riferimento è al Comune di Maslianico che nei giorni scorsi ha annunciato, se i suoi cittadini fossero stati interessati, di aver contattato un laboratorio privato disponibile a effettuare i test sierologici. Costo 45 euro l'uno, a carico del cittadino, perché una piccola amministrazione non può farsi carico di questa spesa. Inoltre nella vicina provincia di Lecco, il sindaco Suello ha già fatto partire i test, facendosi invece carico del costo.
"L'indice di diffusione lombardo del virus sotto la media per la scarsità di tamponi"
“Così Regione Lombardia abdica alle proprie responsabilità, ripetendo gli errori della Fase 1. Dopo i pochi tamponi in ritardo siamo passati ai test in ritardo. Eppure una delle “D” di Fontana doveva significare proprio “Diagnosi” - spiega Orsenigo - servono delle linee guida chiare e unitarie per gli esami per evitare il caos. Non tutti poi possono affidarsi al sistema privato: si deve garantire il diritto a un test anche attraverso il sistema regionale, pubblico”.
“L’annuncio del vicepresidente Sala sul fatto che l’indice lombardo di diffusione del virus sia sotto la media nazionale dipende dalla grave scarsità di tamponi fatti in queste settimane. Non certo da un merito particolare nella gestione dell’emergenza - conclude il consigliere - nonostante la riapertura, non possiamo ripetere lo stesso errore. Dobbiamo continuare con le diagnosi per capire chi è infetto e chi è potenzialmente immune. Per il bene di tutti non possiamo permetterci di abbassare la guardia”.