Forno crematorio di Como chiuso. Il Pd: "Vittime del Covid-19 fuori provincia, troviamo una soluzione partecipata"
La posizione del Pd che chiede la messa in funzione della struttura in tempi brevi.
C'è un problema che attanaglia Como ormai da diversi anni: l'inattività del forno crematorio cittadino, chiuso per lavori di manutenzione prima e per diatribe legate all'appalto di gestione poi dal 2016.
Forno crematorio chiuso: "Organizziamo un tavolo per accelerare i tempi"
Una situazione che diventa ancor più ingestibile a fronte dell'emergenza coronavirus.
“Nonostante Como abbia il proprio forno crematorio, le spoglie delle vittime del coronavirus devono essere mandate in altre strutture del Nord Italia e, in alcuni casi, in Svizzera. La nostra amministrazione comunale ci dice che, senza volere creare vane aspettative e a meno di nuovi intoppi, l’impianto di cremazione cittadino potrebbe ripartire a maggio: però, data la situazione, è bene cercare ogni mezzo per ridurre i tempi e mettere in sicurezza le procedure di collaudo che ancora sono necessarie - commenta il consigliere comunale del Pd di Como Gabriele Guarisco - Proponiamo quindi di avviare un tavolo che coinvolga il Comune, la Provincia e il Prefetto per accelerare i tempi di riapertura dell’impianto cittadino in modo che la città possa prendersi finalmente cura dei propri cari estinti in un momento così doloroso”.
“Tutti abbiamo visto le fotografie che ritraggono le colonne di camion militari intenti a portare decine e decine di feretri da Bergamo verso altre regioni. Milano ha addirittura fermato le cremazioni. Anche Como conta e piange le proprie vittime ma il nostro impianto è purtroppo fermo - continua Guarisco - Abbiamo potuto apprendere che servono ulteriori interventi per porre rimedio a infiltrazioni d’acqua nella copertura della struttura. Il cantiere dovrebbe durare qualche giorno con una spesa di poche migliaia di euro”.
"Dobbiamo evitare di mandare i nostri defunti altrove per essere cremati"
“Le tempistiche per la riapertura sono quelle annunciate in consiglio comunale a fine febbraio ma ricordiamo che la situazione di emergenza attuale mette però in mano agli amministratori strumenti di lavoro straordinari che possono essere impiegati per rendere la struttura completamente operativa in tempi brevi, dopo gli adeguamenti - aggiunge il consigliere Dem - Così potremmo evitare che i nostri defunti debbano essere mandati altrove per essere cremati. Cosa che in passato e in circostanze ordinarie è accaduta senza la certezza di un trattamento decoroso per i nostri cari, come evidenziato dalla cronaca”.
“È in nome dell’unità necessaria in questo momento e stando ben lontano da qualsiasi tipo di polemica che proponiamo di trovare una soluzione partecipata - conclude il consigliere del Pd - lo stato d'emergenza in cui ci troviamo può aiutarci a soddisfare in maniera rapida una necessità chiara come l’avere un forno crematorio funzionante sia oggi, in tempi dolorosamente straordinari, sia un domani, in vista del ritorno alla normalità dopo il Coronavirus”.