Azzurri in campo sì o no?

Como Calcio si accende la discussione sul futuro del campionato di serie C

Como Calcio è caos all'indomani della decisione della FICG sulla ripresa dei campionati professionistici.

Como Calcio si accende la discussione sul futuro del campionato di serie C
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Como Calcio è caos all'indomani della decisione della FICG sulla ripresa dei campionati professionistici.

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Como Calcio lettera aperta del presidente federale Gravina e dichiarazioni del numero uno della Lega Pro Ghirelli

Rivedremo il Como Calcio ancora in campo in questa drammatica stagione sportiva 2019/20? Un dubbio amletico che assilla tifosi e addetti ai lavori soprattutto dopo la decisione arrivata un pò a sorpresa dall'ultimo Consiglio Federale che ha di fatto smentito l'Assemblea di Lega Pro, annunciando la ripresa dei tre campionati professionistici italiani. Le reazioni sono stati molteplici e nonostante qualche apertura la gran parte dei club di serie C sarebbe contraria a ritornare in campo per concludere la stagione per molteplici ragioni economiche e sanitarie prima di tutto. In queste ore il presidente della Figc Gabriele Gravina ha voluto scrivere e inviare una lettera aperta a tutti i club di Lega Pro, pubblicata sul sito ufficiale della Federazione.

La lettera del presidente Gravina ai club di serie C

"L’imprevista emergenza pandemica da Covid-19 e la crisi economica che ne è conseguita impongono al mondo del calcio comportamenti adeguati alla situazione che stiamo vivendo, soprattutto nervi saldi e grande senso di responsabilità. Le sfide che siamo chiamati ad affrontare in queste settimane necessitano scelte radicali, fondamentali per la sopravvivenza dell’intero sistema.

Con particolare riferimento alla Lega Pro, realtà straordinaria alla quale sono particolarmente legato in virtù del mio recente passato, posso confermare che l’attenzione è stata e sarà sempre altissima perché rappresenta il primo livello del professionismo del calcio italiano e per questo anche il più vulnerabile. Anche per questo a inizio gennaio abbiamo previsto, con un apposito piano di sviluppo, una programmazione di una serie di contributi per la categoria.

I successivi provvedimenti inseriti nel cosiddetto ‘Decreto Rilancio’ sono il frutto di un lavoro incessante, di grande efficacia, e rappresentano una tappa decisiva nel processo di consolidamento della categoria. Un impegno, quello della Federazione, che ha prodotto risultati rilevanti per i Club: 1) l’ulteriore rinvio dei pagamenti contributivi e fiscali al mese di settembre; 2) la sospensione dei canoni di locazione e dei diritti di superficie per gli impianti sportivi; 3) il riconoscimento della Cassa Integrazione per i contratti dei lavoratori sportivi fino ad un massimo di 50 mila euro lordi; 4) l’istituzione del Fondo Salva Sport con una quota percentuale dello 0,50% sul totale della raccolta per le scommesse sportive.

Parallelamente alla rappresentazione delle istanze del nostro mondo al Governo, dimostratosi particolarmente sensibile, nel Consiglio Federale di ieri è stato affermato in modo inequivocabile che il principio fondante del calcio è il merito sportivo. Lo dicono il CIO e il CONI, lo ribadiscono anche le indicazioni ricevute da FIFA e UEFA per la conclusione dei campionati 2019/2020.

Visto che mi è impossibile rispondere a tutti i Presidenti che hanno sollecitato un mio intervento, in qualsiasi direzione esso fosse, colgo l’occasione per chiarire la ratio delle decisioni assunte.

La delibera adottata ieri è un inno al gioco, un’esaltazione di quello che anima ognuno di noi, cari Presidenti: il desiderio di confrontarsi sul campo, di giocare e competere regolarmente. Ognuno di voi ha una tessera sulla quale c’è scritto Federazione Italiana Giuoco Calcio perché, dal primo giorno in cui si entra a far parte di questo mondo, si desidera scendere in campo, non il contrario. Ma ciò, ovviamente, sempre tenendo in massima considerazione la tutela della salute di tutti i protagonisti.

Per questo, il percorso che abbiamo tracciato prevede la ripresa regolare del campionato solo se nelle prossime settimane i protocolli sanitari divenissero pienamente applicabili anche in Lega Pro. In caso contrario, se non si potesse ricominciare con il calendario ordinario, come ho ribadito ieri durante la riunione di Consiglio al Presidente Ghirelli e ai consiglieri di Lega Baumgartner e Lo Monaco, individueremo un nuovo format per far disputare in sicurezza, più avanti nel tempo, sia play off che play out, affinché siano i risultati del campo a determinare le promozioni e le retrocessioni. Solo in ultima istanza, in caso di definitiva interruzione, abbiamo deciso che la definizione della classifica potrà avvenire anche applicando oggettivi coefficienti correttivi che tengano conto della organizzazione in gironi e/o del diverso numero di gare disputate dai Club e che prevedano in ogni caso promozioni e retrocessioni.

Peraltro, nello stesso Consiglio sono stati approvati degli importanti aggiornamenti al sistema delle Licenze Nazionali per l’iscrizione ai prossimi campionati che, come potrete verificare direttamente, tengono conto delle esigenze di chi sta facendo i conti con una crisi complessa, senza pero derogare ai principi di garanzia del sistema calcio professionistico nel suo complesso. Un passaggio decisivo, per ingenerare fiducia e guardare al futuro con maggiore consapevolezza. Un elemento sostanziale che è alla base del rapporto di collaborazione tra FIGC e Lega Pro sul quale rielaborare insieme al Presidente Ghirelli una strategia condivisa.

Non è facile, ne siamo tutti coscienti, ma si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel.

Insieme ce la faremo".

Il presidente della Lega Pro: "Non siamo in grado di tornare a giocare"

Ma la decisone della FIGC ha determinato come detto molte reazioni tra cui la dichiarazione ufficiale del Presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli.

“Devo parlare il linguaggio della verità: quello che è uscito dal Consiglio federale non mi soddisfa per nulla. La Serie C ha una sua evidente specificità nel campo professionistico, altrimenti non si capirebbe perché ci sono A, B ed appunto Serie C. Noi non siamo in grado di tornare a giocare, ce lo hanno detto anche i sessanta medici sociali, dovevamo fare gli ipocriti e non parlare il linguaggio della verità? Il calcio va veramente riformato nella sua cultura. Noi non siamo in grado di assicurare la certezza delle misure per salvaguardare la salute. Quello che si sa del nuovo protocollo ci porta a dire che sarà ancora più dura per i nostri club. Mi auguro che io abbia torto rispetto alla situazione. Discuterò ancora una volta con i presidenti con la stessa chiarezza con cui l’ho fatto da sempre. Poi qualcuno può andare a sollecitare scrivendo lettere per giocare i playoff. Playoff e play out si potrebbero disputare? Abbiamo votato alla luce del sole, né torneremo a discutere. Io non voglio sfidare nessuno, non c’è una lotta di potere, almeno per me conta solo la Serie C, i valori del calcio e al primo posto c’è la salute. La mia intenzione è di proteggere gli interessi di tutti i club, valgono gli interessi generali e non quelli di qualcuno”.

Ora si annunciano ore di discussioni anche accese tra le parti e probabilmente si aspetterà con trepidazione per definire la questione  il 28 maggio data in cui si incontreranno le autorità della FIGC e il Governo per decidere il futuro prossimo del calcio italiano e in parte anche quello del Como 1907.

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