I commercianti di Valle Intelvi in protesta per la mancata riapertura delle attività
I titolari di bar e ristoranti, parrucchieri e albergatori hanno inviato una lettera al sindaco Grandi chiedendo la riapertura e il sindaco ha sostenuto la loro causa.

"Noi commercianti, baristi, ristoratori, parrucchieri e albergatori Le chiediamo di poter riaprire le nostre attività al più presto possibile"; questa è la chiara e semplice richiesta che da alcuni giorni i commercianti della Alta Valle Intelvi hanno rivolto al sindaco Marcello Grandi, con la speranza che si possa fare loro portavoce presso la Regione. La loro protesta va così ad aggiungersi a quella dei commercianti di Argegno e di Cernobbio.
I commercianti di Valle Intelvi in protesta
La lettera, indirizzata al sindaco e firmata da tutti i commercianti, è stata pubblicata sulla pagina Facebook Insieme per Alta Valle Intelvi. Viene richiesta semplicemente la riapertura delle attività dato che per tempo i titolari si sono attrezzati per sanificare e con la debita distanza di sicurezza e tutti i dispositivi di sicurezza individuale sono stati acquistati.
"Dopo due mesi di chiusura obbligatoria, siamo tutti in una preoccupante crisi economica dovuta al fatto che purtroppo dobbiamo affrontare delle spese obbligatorie (ad esempio, l'affetto, luce, gas, etc) senza aver avuto nessun incasso" affermano con decisione i commercianti.
L'incontro col sindaco
Il sindaco Grandi non solo ha accolto la loro causa ma li ha anche incontrati indossando la fascia tricolore davanti al Municipio, dove i lavoratori si erano riuniti per manifestare con simbolicamente le chiavi delle attività in mano. Un gesto forte ma fortemente necessario considerato il momento che stiamo vivendo.
"Non le chiediamo nessun aiuto economico ma solamente la libertà di poter ricominciare a lavorare perchè solo con il nostro sudato lavoro potremmo uscire da questa drammatica situazione" continuano nella lettera.
Un appello alla Regione
I commercianti si sono rivolti al sindaco Grandi con la speranza che possa farsi portavoce di questa situazione e portare il loro caso in Provincia e Regione. Nella lettera infatti specificano come abbiano formulato questa richiesta nel caso in cui venga data ai sindaci la possibilità di decidere in autonomia le riaperture. Concludo la lettera così:
"Chiediamo che questa nostra richiesta venga recapitata alla Provincia di Como e alla Regione Lombardia per informarli del fatto che abbiamo bisogno urgente di riaprire".