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L'associazione Charturium inaugura un murales alla Garibaldi Pogliani FOTO e VIDEO

L'evento è andato in scena nel pomeriggio di oggi, martedì 16 giugno 2020.

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Un murales alla Garibaldi Pogliani, in via Fossano. L'associazione Charturium nel pomeriggio di oggi, martedì 16 giugno 2020, ha inaugurato il lavoro degli artisti Shoot e Pavika sui muri esterni della casa di riposo canturina. Ad aprire le danze Alessandro Corbetta, un giovane musicista che ha allietato i presenti suonando il violino.

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L'associazione Charturium inaugura un murales alla Garibaldi Pogliani

La parte centrale dell'opera era stata inaugurata nel 2019, in queste settimane il lavoro è proseguito anche nelle zone a destra e a sinistra del primo murales. "Fa piacere ritrovarsi qui, questo è il primo evento pubblico che viene organizzato nel Comune di Cantù dopo la pausa dovuta al coronavirus. Ci fa piacere dare il via alle attività culturali che ci saranno prossimamente", ha spiegato Carlo Rodi, dell'associazione Charturium.

"Nella parte centrale ricordiamo una Cantù scomparsa, quella dalle 35 o 50 torri, dal miglio di mura che cingeva la parte centrale di Cantù, la città del 1324. In particolare, alcuni storici dicono il 16 giugno, altri il 20, i fratelli Grassi, i padroni di Cantù di allora, proclamavano la città Repubblica indipendente (l'indipendenza, lontana quindi dai Visconti, durò ben 11 anni). All'interno delle mura si viveva una vita tranquilla, florida e con un'economia in sviluppo. Ricominciamo da qui, dopo questo periodo di sospensione, ma ricominciamo anche da tre motivazioni che ci hanno spinto ad organizzare l'evento. Il primo motivo è il ringraziamento. Vogliamo dire grazie gli operatori sociali, i medici, gli infermieri e tutti coloro che sono stati presenti sul campo in questo periodo e hanno seguito i nostri pazienti con tutta la cura, l'affetto e la passione che, da sempre, hanno dimostrato nella casa di riposo. Durante gli eventi culturali iniziati in questo periodo, potevamo trovare modi diversi per iniziare questo ringraziamento, qualcuno l'ha fatto col minuto di silenzio o gli applausi, noi invece abbiamo voluto iniziare col suono del violino. Se notate, il violino è la continuazione della mano di una persona. Quella stessa mano, in questi periodi è stata abbandonata per via della sicurezza: non potevamo stringere le mani, non potevamo fare una carezza ai nostri cari o abbracciare. Col violino vogliamo sottoindere che questa mano, torna a funzionare. Il violino è l'espressione maggiore dei sentimenti che ciascuno porta dentro", ha continuato.

La spiegazione dell'opera

Ma non è finita qui...

"Il primo muro è stato dedicato agli ospiti della casa di riposo, perché potessero guardare qualcosa di colorato che potesse alzare il loro morale - ha spiegato Pavika - . Verrà realizzata una nuova parte di opera che sarà dedicata al personale e alla cura".

Ricordo e racconto

Il giornalista e storico, Giancarlo Motorfano, ha ricordato il significato dell'evento alla luce del murales e dei fatti. Proprio il ricordo è stata la seconda motivazione che ha spinto all'organizzazione di questo momento. C'è stato poi spazio per il racconto, come terza motivazione, con protagonista Patrizio Colzani (nel video). L'associazione è andata a recuperare un libretto che la scuola Chiara e Francesco di Cantù, ai tempi nostri la Bruno Munari di via De Gasperi, ha presentato il secolo scorso. All'interno ci sono tutte le storie di Cantù con la presentazione degli alunni su come vivevano i canturini all'interno delle mura nel 1324.

"Vorremmo che questo spazio diventasse un luogo dove le scuole potessero venire per vedere cosa abbiamo disegnato e sensibilizzarli nei confronti di questa struttura. Vogliamo ci sia una conoscenza del nostro passato, storico, ma anche quello ideale. Dobbiamo tener presente che i nostri anziani sono le biblioteche viventi delle nostre case", ha continuato Rodi. Sulla stessa lunghezza d'onda, Alfredo Romano, che fa parte del Consiglio d'amminsitrazione della struttura: "Faccio un appello, vorrei che manifestazioni come queste, si verificassero con più frequenza nelle nostre case di riposo. Il fatto di frequentare queste strutture ci facilita a capire cosa succede qui dentro. Vorrei che la popolazione, i cittadini, le scuole e i gruppi di volontari, il tessuto sociale della città siano partecipi di questa vita".

La poesia recitata agli anziani della casa di riposo

Proposta anche una nuova poesia, in dialetto, sulla Giubiana. Una poesia che lo stesso Colzani ha voluto realizzare. Dopo averla letta davanti al pubblico che ha assistito all'inaugurazione, lo stesso è stato fatto anche davanti agli ospiti della casa di riposo... Ovviamente a debita distanza.

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