No alla privatizzazione dei nidi di Como, manifestanti davanti a Palazzo Cernezzi.
No alla privatizzazione dei nidi di Como
Detto, fatto. Come annunciato questa sera, lunedì 6 luglio 2020, le sigle sindacali, famiglie e operatori del settore si sono ritrovati davanti al Comune di Como per manifestare contro le modifiche al regolamento per la gestione dei nidi comunali all’ordine del giorno nella seduta convocata a Palazzo Cernezzi.
Cgil, Cisl e Uil contestano soprattutto la modifica al regolamento che permette l’affidamento a terzi della gestione del nidi. Ciò significa, come fu per le mense scolastiche ormai due anni fa, la possibilità di una parziale privatizzazione del settore.
“Per il Comune di Como è un problema di numeri – ha spiegato Alessandra Ghirotti, responsabile Cgil Funzione Pubblica – L’amministrazione non intende investire e già da tempo non investe nel personale educativo. Ci sono più persone che vanno in pensione rispetto a quello che vengono assunte dal Comune a tempo indeterminato. Quello che chiediamo è che l’amministrazione abbia più a cuore il welfare e in particolare questo servizio”.
Dati alla mano, tra settembre e dicembre andranno in pensione 5 educatrici. Le assunzioni a tempo indeterminato fatte dal Comune sono solo 3. “A queste aggiungeranno 8 o 9 assunzioni a tempo determinato tramite cooperative che quindi percepiranno molto meno rispetto alle colleghe assunte con contratto Enti Locali: si parla di almeno 300 euro in meno – ha aggiunto Ghirotti – Serviranno per ridurre la lunga lista d’attesa degli oltre 150 bimbi che rimarranno fuori dai nidi a settembre ma non basteranno per azzerarla”.
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