Omicidio di don Roberto, la confessione. Il procuratore: "Era convinto di essere vittima di un complotto per rimpatriarlo"
Nuovi dettagli emergono dalla confessione dello straniero che ha colpito a morte il parroco di San Rocco.
Nuovi dettagli emergono dalla confessione del tunisino di 53 anni che ha colpito a morte don Roberto Malgesini. E' stato proprio lo straniero a confessare quanto accaduto ai Carabinieri di Como. Ritrovata anche l'arma del delitto, un coltello insanguinato.
Omicidio di don Roberto, la confessione dell'assassino
"Il cittadino tunisino che nella mattinata si è presentato presso la Compagnia dei Carabinieri di Como affermando di aver commesso poco prima un accoltellamento, è stato sentito questo pomeriggio con le garanzie della difesa presso la Questura di Como - ha spiegato il procuratore Nicola Piacente - L’indagato, in Italia dal 1993, con vari precedenti penali, nei cui confronti pendono due ordini di espulsione risalenti al 2018 ed all’aprile 2020 (non eseguito per ragioni legate alla diffusione della pandemia da COVID 19), ha ammesso le proprie responsabilità in ordine all’omicidio del religioso e ne ha descritto dinamica e movente, quest’ultimo – allo stato- esclusivamente riconducibile al convincimento di essere vittima un asserito complotto che ne avrebbe determinato il rimpatrio in Tunisia".
"Non sono emersi allo stato coinvolgimenti dell’indagato, che è stato ristretto in carcere, in percorsi di radicalizzazione. Sulla base degli elementi acquisiti, la Procura della Repubblica provvederà nelle prossime ora a formalizzare una richiesta di convalida dell’arresto per omicidio volontario" ha concluso.
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